Nel Convegno realizzato dal Gruppo di Lavoro di neuropsicofarmacologia della Società italiana di farmacologia si è discusso sul legame tra stress e disturbi psichiatrici e sugli effetti che esso comporta coinvolgendo anche altre patologie di tipo neurologico o metabolico.
L'azione dello stress sul cervello: implicazioni e interventi farmacologici
Stress e malattie pare abbiano un legame molto stretto. Una lunga serie di disturbi psichiatrici e neurologici, ma anche malattie metaboliche, e poi ipertensione arteriosa, aumento di peso e aumento dello stato infiammatorio: lo stress espone l’organismo a pericolose condizioni che possono, col tempo, diventare croniche. Il gruppo di lavoro di neuropsicofarmacologia della Società italiana di farmacologia (Sif), con l’Università di Milano e la partecipazione di numerosi rappresentanti da Università italiane e straniere, ha dedicato un convegno al legame tra stress e malattie, in particolare, della sfera psichiatrica, al fine di valutare quali possano essere le relative misure di tipo farmacologico e di tipo terapeutico da intraprendere. Ad oggi molti soggetti affetti da depressione risponde ancora in maniera insufficiente o insoddisfacente agli interventi terapeutici, con un determinato farmaco, e anche cambiando terapia, soprattutto se esposto a stress. Studiando allora le dinamiche biochimiche alla base dello stress, a livello sperimentale, sarà possibile identificare quei fattori predittivi della mancata risposta a un determinato trattamento farmacologico.
Le patologie psichiatriche hanno molti fattori scatenanti, ma sicuramente lo stress è tra quelli più importanti e con implicazioni diverse a seconda dei momenti della vita perchè lo stress ha un impatto diverso a seconda dell’età: per esempio l’esposizione a stress durante i primi anni ha effetti diversi rispetto a un’esposizione più tardiva. Dati dimostrano che esposizioni a stress contratte precocemente, in fase di gestazione o durante la prima infanzia, hanno un impatto permanente sulla funzionalità del sistema nervoso centrale.
Non conosciamo ancora perfettamente quale sia la portata di tutto quanto è stato studiato sul legame tra stress e malattie psichiatriche e quindi si parla di alterata suscettibilità: infatti non tutte le persone esposte a stress, anche precocemente, si ammalano. La scommessa sarà allora capire perché c'è chi, tra chi è stato esposto a stress, va incontro a malattia, chi rimane a rischio di ammalarsi ma anche chi riesce a non ammalarsi mai.
I farmaci: Esistono molecole che hanno un’azione abbastanza diretta sui meccanismi correlati allo stress, anche se alcuni di questi farmaci sono a disposizione solo a livello sperimentale. Tuttavia proprio i meccanismi che provocano stress sono soprattutto ambientali, molteplici e difficili da controllare. Bisogna quindi concentrarsi nel valutare in quale modo farmaci di diversa natura, e con diversi meccanismi d’azione, entrino in gioco nel regolare le alterazioni già indotte dallo stress, che non sono correlate solo ai glucocorticoidi (ormoni come il cortisolo la cui secrezione è indotta dallo stress) ma anche al glutammato, che nel sistema nervoso funge anche da neurotrasmettitore eccitatorio.
Ronald Duman – Dipartimento di Psichiatria della Yale University School of Medicine – famoso per i suoi studi sul legame tra stress e depressione – propone di rafforzare la ricerca su due molecole già conosciute ma usate per altri bersagli: scopolamina e ketamina: "Basse dosi di ketamina – osserva lo studioso – sono in grado di portare a rapide modifiche del disequilibrio neurochimico alla base della depressione in pazienti resistenti ai farmaci tradizionali: la scommessa è allora capire come nuovi derivati di questa molecola potranno tradursi in farmaci innovativi".